Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello ai talebani in Afghanistan per porre "immediatamente" fine alle "restrizioni draconiane" sui diritti delle donne.
"L'Afghanistan sotto i talebani rimane il Paese più repressivo al mondo per quanto riguarda i diritti delle donne", ha detto Rosa Otunbayeva, capo della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Manua). "È stato straziante assistere ai loro sforzi metodici, deliberati e sistematici per tenere le donne e le ragazze afghane fuori dalla sfera pubblica", ha continuato. Da quando sono saliti al potere nell'agosto 2021, i talebani hanno aumentato le misure repressive contro le donne. A loro è vietato frequentare l'università e la scuola secondaria. Sono state anche escluse da molti lavori pubblici, o sono pagate una miseria per restare a casa. Non possono viaggiare senza un parente maschio e devono coprirsi completamente quando escono di casa. A novembre, i talebani hanno anche vietato loro l'accesso a parchi, giardini, palestre e bagni pubblici.
"Confinare metà della popolazione del Paese nelle proprie case, nel bel mezzo di una delle più gravi crisi umanitarie ed economiche del mondo, è un colossale atto di autolesionismo nazionale", sostiene l'Onu. Secondo gli economisti, circa 22,8 milioni di afghani - più della metà della popolazione - si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare e tre milioni di bambini sono a rischio di malnutrizione. Le conseguenze delle azioni del governo afghano "non si limitano alle donne e alle ragazze. Riguardano tutti gli afghani e si faranno sentire per le generazioni a venire", ha detto Alison Davidian, rappresentante speciale di UN Women in Afghanistan.
Oggi, nella giornata internazionale della donna, una ventina di donne ha manifestato a Kabul, come hanno osservato i giornalisti dell'Afp. (ANSA).
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