(ANSA) - VENEZIA, 19 MAR - E' al centro di una disputa
familiare la vicenda di Roman, un bambino di 6 anni figlio di un
italiano residente nel veronese e di una cittadina ucraina,
trasferitasi a Donetsk, per il quale i nonni hanno lanciato un
appello.
La questione riguarda soprattutto i difficili rapporti tra i
genitori e il desiderio di rivedere il nipote. Tuttavia nuovi e
ulteriori dubbi e preoccupazioni sono stati sollevati alla luce
delle accuse contro Vladimir Putin, con i nonni che adombrano
che il piccolo - che ha la cittadinanza italiana - possa essere
tra le vittime delle 'deportazioni' in Russia.
Sono numerosi gli appelli lanciati dai nonni negli ultimi
mesi, tra cui anche una lettera alla Presidenza della
Repubblica. Lo scorso anno, i parenti avevano sostenuto che un
missile era caduto a meno di due chilometri dall'abitazione dove
il piccolo risiede con la madre, e avevano sottolineato che è
"in costante pericolo di vita".
Il padre del bimbo aveva conosciuto sua moglie in Ucraina e
si erano sposati là, ma quando il piccolo aveva 3 mesi la donna
l'ha portato con sé in Ucraina, quindi ha divorziato. L'ultima
volta che i nonni hanno visto il bambino di persona è stato nel
2018.
Contattata dall'ANSA, la sindaca del Comune veronese ha
riferito di non aver mai visto il padre, unico residente in
Veneto della famiglia, mentre un anno fa aveva ricevuto il
nonno, che le aveva raccontato la storia della separazione e la
sua preoccupazione per le sorti del piccolo. (ANSA).
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