(ANSA) - MILANO, 08 GEN - Nelle "dichiarazioni spontanee,
rese" in aula a Milano, Roberto Maroni "ha dichiarato che mai
nel corso della sua attività istituzionale, aveva chiesto a
chicchessia di violare la legge, il che valeva anche per la
presente vicenda", ma "il coerente, articolato ed univoco
corredo di prova (...) depone viceversa per un suo ruolo di
istigatore". Lo scrive la terza Corte d'Appello nelle
motivazioni della sentenza con cui, a novembre, ha confermato la
condanna a un anno di reclusione per l'ex governatore lombardo.
Maroni, nel processo sulle presunte pressioni per favorire,
quando era al Pirellone, due sue ex collaboratrici, è stato
condannato solo per uno dei due reati contestati, ossia quello
di turbata libertà degli incanti (come ha riqualificato la
Corte), per l'incarico in Eupolis, ente della Regione, affidato
a Mara Carluccio attraverso una gara ritenuta, si legge nelle
motivazioni, "solo una formalità". Per l'ex governatore è stata,
invece, confermata l'assoluzione dall'accusa di induzione
indebita.
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