(ANSA) - ANCONA, 23 FEB - Appello bis ma solo relativamente
all'aggravante della violenza sessuale per Innocent Oseghale in
relazione alla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il
cui corpo fatto a pezzi fu trovato in due trolley nella campagna
maceratese il 31 gennaio 2018: il pusher era stato condannato
all'ergastolo dalla Corte d'Assise d'Appello di Ancona,
confermando la sentenza di primo grado. La Cassazione ha
rigettato il ricorso dei difensori dell'imputato relativamente
alla condanna per i reati di omicidio volontario, vilipendio e
la distruzione di cadavere, ma ha inviato gli atti alla Corte
d'appello di Perugia per la violenza sessuale. Secondo i legali
di Oseghale, questo potrebbe portare una rideterminazione della
pena, che potrebbe scendere a 30 anni. Tra i familiari della
ragazza non si nasconde la delusione per la decisione presa oggi
dalla Suprema Corte dopo alcune ore di camera di consiglio. "La
madre di Pamela è amareggiata, per lei è un supplizio" commenta
il legale Marco Valerio Verni, zio della ragazza. Oseghale aveva
incontrato Pamela, che si era allontanata da una comunità di
recupero, il 30 gennaio 2018, mentre lei era alla ricerca di
droga. I due andarono poi nell'appartamento dell'uomo, dove la
ragazza morì: per overdose secondo Oseghale, che ha sempre
negato di averla violentata e di averla uccisa, ammettendo però
di avere fatto a pezzi il cadavere per disfarsene. Secondo
l'accusa invece, lui avrebbe abusato di lei mentre era sotto
l'effetto dell'eroina e poi l'avrebbe uccisa a coltellate, per
impedire che lo denunciasse. La Procura generale aveva chiesto
l'inammissibilità in toto del ricorso presentato dai legali dei
Osghale, Umberto Gramenzi e Simone Matraxia. (ANSA).
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