(dell'inviata Alessandra Magliaro)
(ANSA) - CANNES, 19 MAG - E' carismatica e trascinatrice
Viola Davis, consapevole del suo ruolo per l'empowerment
femminile e per l'integrazione sociale della comunità nera ad
Hollywood da attivista del Black Live Matters. La sua stessa
presenza, fisicità, comunicativa ne fanno una donna speciale. 56
anni, vincitrice di un Oscar nel 2017 (migliore attrice non
protagonista per "Fences" al fianco di Denzel Washington),
altre tre nomination, inclusa quella recente per "Ma Rainey's
Black Bottom", decine di premi in una lunga carriera, tra Emmy,
Golden Globe e ben due Tony Award, Viola Davis guarda dritto
l'interlocutore e ammette "sono una sopravvissuta, una
sopravvissuta ai tanti no che ho ricevuto da nera, ma ho sempre
lottato, lotto sempre. C'è valore nella rabbia. C'è un valore in
un "fanculo" ben piazzato", dice Viola Davis scusandosi per la
parola. "Certo ora posso permettermelo, gli attori all'inizio
non hanno scelta, ma questa rabbia mi ha sempre mosso".
A Cannes riceve il premio 2022 Women In Motion istituito da
Kering Group con il festival per promuovere l'apporto creativo
delle donne nelle arti e il cambiamento. E racconta vari
aneddoti per spiegare come contro il razzismo, sessismo e
'colorismo' di Hollywood le cose sono cambiate ma non ancora
abbastanza. "Dobbiamo iniziare a incoraggiare lo storytelling
delle persone alla periferia del sistema. I servizi di streaming
hanno aperto una porta per le comunità a lungo escluse da
Hollywood - ha detto - ma è necessaria più immaginazione per i
ruoli neri. Attualmente interpreta Michelle Obama nella serie
televisiva "The First Lady", "ma ancora non vedo molte donne
dalla pelle scura in ruoli importanti in tv, nemmeno nei servizi
di streaming". Uno degli episodi raccontati dà la dimensione, ha
detto, della realtà. "Un regista che conoscevo da tempo una
volta mi ha chiamata ripetutamente Louise sul set. Sapete
perché? Era il nome della sua cameriera". (ANSA).
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