(ANSA) - VENEZIA, 01 SET - "Fellini è un santo protettore,
come Bunuel, Roy Anderson, Jodorowsky. Non c'è un cineasta che
non sia stato infettato da Fellini così come nessun musicista
può prescindere da Mozart o da Bach. Il suo cinema è il mezzo
più simile ai sogni. E spero che santo Fellini mi abbia protetto
anche questa volta", dice il regista messicano Alejandro
Gonzalez Inarritu che ha presentato in concorso a Venezia 79
'Bardo', "un viaggio emozionale più che un racconto biografico".
Inarritu, nel film (al cinema e poi dal 16 dicembre su Netflix
che lo ha prodotto), paga il suo personale tributo al cinema del
maestro di Rimini.
'Bardo - La cronaca falsa di alcune verità' racconta un
viaggio sospeso tra memorie e vissuto del giornalista,
documentarista e scrittore messicano Silverio Gama che sta per
ricevere, primo messicano e e latino americano, un prestigioso
premio in America e per questo viene festeggiato anche in patria
dove fa ritorno dopo anni. Il racconto di questo viaggio tra Los
Angeles e il Messico e ritorno e la storia di se stesso
'spatriato' e della sua famiglia è il cuore di un film che parla
anche di storia del Paese, della tragedia dei migranti che
provano a passare il confine, della vita dei messicani in
California. Tutto come un sogno, dove il confine con la realtà
non è facilmente distinguibile, "perché la realtà non esiste,
piuttosto è il senso che dai ad eventi che vivi, è tutto
finzione, anzi auto-finzione".
Il film non arriva per caso, "sono alla vigilia di 60 anni,
sono portato a riflettere, sono pronto ad accettare, dal 2012
sono aiutato da un monaco vietnamita nella meditazione e questo
ha dato origine a qualcosa di liberatorio per me. Inoltre,
proprio oggi 1 settembre è un anniversario importante: il 1
settembre 2001 con la mia famiglia abbiamo lasciato il Messico e
siamo andati a vivere a Los Angeles, per un anno, invece non
siamo più andati via ma questa assenza mi rincorre ogni giorno,
il Messico diventa uno stato mentale e le storie che racconto in
Bardo interpretano questa assenza". Ammette Inarritu di vivere,
come il suo protagonista Silverio, una condizione di bardo, di
limbo: "sono in un territorio di mezzo, in America sono
messicano, in Messico sono americano". (ANSA).
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