(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 15 DIC - Appalti e commesse sotto
controllate dalla 'ndrangheta. Tre imprenditori e un pubblico
ufficiale sono finiti ai domiciliari nell'ambito dell'operazione
"Revolvo" condotta dalla Guardia di finanza in esecuzione di
un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta
del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.
Nell'inchiesta sono indagate altre 10 persone tra cui funzionari
del Comune di Reggio Calabria. Contestualmente, è in corso
l'esecuzione del sequestro preventivo di 11 imprese attive nel
settore edile, per un valore stimato in oltre 10 milioni di
euro.
Alle persone poste ai domiciliari sono contestati, a vario
titolo, i reati di concorso esterno in associazione mafiosa,
corruzione e turbata libertà degli incanti, con l'aggravante
dell'agevolazione alla 'ndrangheta. Le indagini condotte dal
Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, avrebbero
consentito di disvelare l'esistenza di una cordata di
imprenditori edili, contigui alla 'ndrangheta e facenti capo a
un unico gruppo familiare, che, grazie a cointeressenze e
corruttele di individuati funzionari, sarebbero riusciti, in una
trascorsa amministrazione cittadina, ad aggiudicarsi diverse
commesse di edilizia pubblica. In particolare, sarebbe stata
accertata l'esistenza di un consolidato sistema illegale fondato
su ripetuti favoritismi protratti nel tempo, a fronte di utilità
corrisposte ai funzionari pubblici, in un consolidato rapporto
di "do ut des". Dagli accertamenti della guardia di finanza,
inoltre, sarebbero emerse gravi condotte perpetrate da un
carabiniere, il quale avrebbe consentito a uno degli indagati,
sottoposto agli arresti domiciliari, di disattendere
sistematicamente le prescrizioni derivanti dalla misura
cautelare. Oltre a ciò, il graduato avrebbe fornito mezzi e
apparecchiature tecniche al fine di consentire a soggetti
investigati di eludere, tramite vere e proprie "bonifiche"
ambientali, eventuali attività di intercettazione condotte a
loro carico. (ANSA).
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